63rd-77th STEPS AL VIA CON AMALIA ULMAN di Antonella Marino

TESTO

IMMAGINI

“Ci abbracciamo", "Commettiamo errori ma chiediamo scusa", “Siamo persone vere in questa casa”... Queste e altre frasi legate a un repertorio lieve e un po' sdolcinato, da retorica familiare, si moltiplicano con stikers nero dai diversi caratteri sui gradini di un condominio barese, fra due pianerottoli e il tratto che conduce alla terrazza. Piccole farfalle scure in plastica si posano invece sulle ringhiere, ad accentuare l'atmosfera di accattivante e ambigua leggerezza. Autrice dell'installazione - che dà il via al progetto "63rd-77th STEPS – Art Project Staircase" (dal segmento di scala interessato), promosso dall'artista barese Fabio Santacroce nel palazzo in cui abita - è la giovanissima Amalia Ulman. Venticinquenne di origine argentina, globetrotter cresciuta in Spagna, con studi a Londra (al rinomato St Martin College e mostre in giro per il mondo, la Ulman fa parte di quella generazione "post digitale" e post ideologica, sostenuta criticamente da Hans Ulrich Obrist and Simon Castets sulla piattaforma "89 plus": limite anagrafico che segna uno spartiacque tra prima e dopo l'avvento di Internet, nonché la caduta del muro di Berlino.

A colpire del suo lavoro è proprio la disinvoltura con cui si serve di linguaggi e dispositivi in rete, passando senza soluzioni di continuità  e con  continui rimandi dalla sfera virtuale a quella sensibile. Dall'utilizzo cioè, preferibilmente diaristico, di parola, scrittura, foto istantanee, video amatoriali e grafica da photoshop all'interno di conferenze Skype, social networks o app per iphone (come Ethira, da lei ideata, che cancella ciò che si scrive). Ad installazioni fisiche, popolate di farfalle e perline, cuori e fiori, cosmetici e decori banali, anche all'interno di più canoniche gallerie. Con materiali comprati spesso dal circuito dello shopping online, che danno forma ad un immaginario calato in un'estetica adolescenziale declinata al femminile, veicolata quotidianamente attraverso blogs, selfies, magazines...

E' un modo per conoscere ed analizzare la realtà del suo tempo, le dinamiche dell’economia globale e in particolare "gli stili di vita delle classi medie dell'Europa meridionale o latino americane". Cercando di mettere in rilievo le ripercussioni che il denaro ha sui comportamenti e sulla definizione delle classi sociali, e le gerarchie di potere che ne derivano. Ma, questa è la novità, non esercitando uno sguardo dall'esterno, bensì esperendo tutto dall'interno, calandosi cioè in un contesto quotidiano cui lei stessa appartiene, per esplorare la città "consumando".

L’interesse dell'operazione sta proprio nell'impossibilità di individuare un confine tra questi livelli, tra adesione estetica e riflessione critica, tra fascinazione e distanza mentale, tra vita privata e trasposizione artistica, tra identità personale e collettiva, in un mix inseparabile di fragilità  e determinazione, poesia e denuncia: come nell' installazione barese, romantica e naif, almeno all'apparenza...

 

www.amaliaulman.eu
www.63rd77thsteps.com


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