FOCUS SU: RAFFAELE FIORELLA DI ALESSANDRA LOZITO

TESTO

IMMAGINI

Artista ricercato, sofisticato, riservato, dal tocco deciso ed essenziale, Raffaele Fiorella si conferma realtà interessante nella costellazione degli interpreti pugliesi di arte contemporanea.

Classe 1979, nato a Barletta, formatosi tra l’Accademia di Belle Arti di Bari e l’Università di Firenze - master in video e post produzione video -, oggi insegnante all’Accademia di Belle Arti di Foggia, Fiorella inizia a lavorare, dal 2007, producendo dei lavori video ispirati a scene semplici di vita quotidiana: “proiettavo finestre sui palazzi, dall’interno verso l’esterno”. Sperimenta già la forma della finestra, poi ricorrente anche nella produzione successiva.

Dal suggestivo tocco di luce caduto, posatosi, un po’ per caso, su un pianoforte, e dalla conseguente ombra dell’oggetto sul muro, nasce il nuovo filone di lavori  Micromacromondi:  Fiorella dà vita a brevi scene costruite utilizzando la giustapposizione tra l’ombra proiettata sullo sfondo da oggetti di sorta come sedie e tavoli e la proiezione di un video che, in loop, racconta brevi azioni. L’ombra, il chiaro e lo scuro. La luce che si staglia sul buio definendo con precisione grafica il perimetro netto della figura e della sua azione. Pulita, elegante, formale, la sua operazione racconta scene mute in bianco e nero che non hanno bisogno di nient’altro se non del contrasto tra il bianco luminoso e lo sfondo scenico scuro. Questa tecnica si declina, poi, in un’opera dal formato più fruibile, più ‘vendibile’che trova, infatti, più collocazione nel mercato dei collezionisti privati. Le sue video installazioni, dunque, sono normalmente di piccole misure: “preferisco le piccole dimensioni, le trovo estremamente interessanti”, svela lui stesso. Una di queste compare nella seconda edizione dell’ esposizione “Il Giardino segreto” allestita presso il Castello Svevo di Bari, nel febbraio 2013, dedicata al collezionismo privato -in terra di Bari e provincia- di opere d’arte contemporanee dell’ultimo cinquantennio.

Le ‘miniature’ di Fiorella richiedono uno sforzo partecipativo, di comprensione da parte del pubblico, i cui occhi sono chiamati ad avvicinarsi all’opera, per comprenderla meglio e catturarne i dettagli. La sua sapienza nell’utilizzo dell’arte digitale per raccontare momenti intimi è accompagnata da una raffinata liricità dettata, probabilmente, da una inflessione caratteriale che egli stesso definisce ‘riservata’, ‘introversa’. Un’attitudine che si spinge fino a conseguenze stilistiche involontarie, come per esempio, oltre alla scelta del formato ‘miniatura’, l’utilizzo di una gamma cromatica poco varia. Contano sobrietà e pulizia d’azione, piuttosto che la distrazione inutile ed esplosiva del colore. La sua volontà è quella di raccontare scene comuni, momenti di vita quotidiana che possano trasformarsi in micro-video montati in loop, realizzati con un ‘grafismo’ lirico che rimanda quasi al mondo segnico di matrice orientale.

Alla domanda: “Hai piacere a soddisfare le aspettative del pubblico”? Risponde: “Non mi interessa fare provocazione, lo faccio al massimo in maniera sottile e ironica”. Non insegue la critica, non cerca i riflettori Raffaele Fiorella. Lascia che le cose vengano da sole, e questo gli ha portato fortuna fino ad ora.

Topos ricorrente del suo immaginario artistico è l’uso della finestra. L’idea di uno spazio, uno specchio di luce, una porta socchiusa dietro cui ‘spiare’ quello accade, senza però violare quello spazio invaso. Come succedeva per ‘la finestra sospesa in riva al mare’ (59 sec loop, 2013) dove la suggestiva e luminosa proiezione di una vista sul mare azzurro dirompeva nel neroblunotte dominante di un denso cielo d’estate.

L’elemento finestra sarà, infatti, nuovamente tema centrale nella partecipazione di Raffaele, insieme a Dario Agrimi, a Duel, mostra che si inaugurerà presso il Museo Pino Pascali di Polignano sabato 22 febbraio. Qui, la parete di finestre presentato dal video artista di Barletta sarà una barriera verso la quale dirigersi e immergersi in una dimensione di racconti onirici e senza tempo, così come i funambolici teatrini di raffinata delicatezza, videoinstallazioni con animazioni minimali, evocano una misteriosa intimità.


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