INTIMA MENTE – GLI AUTORITRATTI DI ANNA DI PROSPERO di A. LOZITO

Alessandra Lozito

TESTO

IMMAGINI

Puntualissima anzi in anticipo, la giovane fotografa che da tempo desideravo incontrare, si presenta al nostro appuntamento su skype con la precisione e la serietà di una donna che ama affrontare il suo lavoro con estrema professionalità. Se non avete mai visto i suoi lavori, dovete immaginare di ‘spiare’ dal foro della serratura e di guardare un mondo pudico svelato con delicatezza, lenta scoperta di alcuni semplicissimi gesti raccontati con gentile maestria.

Classe 1987, romana, primo concorso fotografico vinto a 15 anni, Anna Di Prospero appartiene a quella generazione di artisti non improvvisati, non provocatori, non emulatori, non esibizionisti. Diplomatasi all’Istituto Europeo di Design, sezione fotografia, poi formatasi anche a New York dove ha vissuto per sei mesi studiando alla School of Visual Arts, la sua grande attenzione alla pittura mi attrae subito: ciò che colpisce il mio immaginario è l’apparente costruzione che sottende e domina le sue composizioni fotografiche, come se ci fosse un sottostante ‘cartone’ alla maniera delle grandi pitture rinascimentali. Davanti ai suoi ‘quadri fotografici’, le spiego subito, ho la sensazione che da un momento all’altro debba accadere qualcosa di inatteso, un’esplosione, un terremoto, un attacco alieno! Lei sorride appena, empaticamente.

A proposito di alieni infatti, interessanti appaiono le sue ‘galassie’, opere in dittici cronologicamente più recenti nel continuum della sua breve ma coerente produzione artistica. La domanda nasce spontanea… come fa una fotografa priva di attrezzature spaziali a scattare immagini dell’universo? Bene la “galassia” non è altro che il prodotto di una stratificazione di immagini provenienti da terreni polverosi, specchi d’acqua o superfici sabbiose che sovrapposte creano una composizione di elementi della natura come fosse la ricostruzione, grazie al sapiente uso di software in postproduzione, di una galassia ultraterrestre. Questo il periodo della ispirazione di Anna che lei stessa chiamerebbe “Vedo galassie ovunque, persino nel mio piatto, ora, vedo una cotoletta a forma di galassia”!

Ma ciò che ha consegnato Anna Di Prospero agli onori del successo, soprattutto francese, è la sua produzione di autoritratti. L’epoca del selfie regna ancora sovrana, ma l’autoritratto è un topos molto ricorrente nella storia dell’arte. Se ne conoscono milioni di autoritratti celebri, Munch, Van Gogh, Leonardo. Serve a mettersi bene a fuoco, a comprendersi, ad esorcizzarsi. I ‘selfie d’autore’ di Anna sono dei “percorsi attraverso cui in maniera autonoma e solitaria, potermi riconoscere nel mio lavoro e nella mia vita, uscendo e aprendomi agli altri”. Spesso il suo volto resta coperto, perché ciascuno di noi possa entrare nell’opera e stabilire un contatto con la storia narrata nel clic. La prima serie “self portrait at home” è ambientata nella villa con piscina in periferia dove la famiglia di Anna si trasferisce quando lei è adolescente. I problemi di identificazione nel nuovo spazio domestico si trasformano in set fotografici dove gli attori protagonisti sono le persone più importanti della vita dell’artista: mamma papà sorella fidanzato migliore amica. Gli abbracci, il tatto intimo, la conoscenza e i legami tra persone e luoghi, sono gli input e le strutture portanti che regolano l’equilibrio di questi primi lavori intensi e molto carichi di pathos.

Questa dinamica nel processo creativo è poi passato dall’esperienza personale con persone e storie appartenenti al mondo della famiglia, agli sconosciuti. Posare l’obiettivo su personaggi non conosciuti, attingendo dalla vita di estranei, rappresenta un momento di crescita decisivo per il lavoro di Anna.

Molto amata a apprezzata in Francia, rappresentata dalla Galleria Madè di Parigi, è stata anche impegnata nella sua prima residenza d’artista a Marsiglia (Le Percolateur, giugno 2014). Mentre in Italia, dove sicuramente il mercato dell’arte fotografica è ancora poco sviluppato, collabora principalmente con la romana galleria Gallerati.

Certo è che mentre i capitoli precedenti del “romanzo di formazione” di questa giovane -ma oramai non più ‘esordiente’- artista si intitolavano I am here e With you, l’ultima serie del progetto Beyond the visible, si chiama Ardor. Forse quell’intimo pudore, quella visione educata propria di un’età di ‘scoperta’, di affaccio al mondo, sta lasciando spazio alla accesa consapevolezza dell’essere donna. 

www.annadiprospero.it

Alessandra Lozito


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