Radio Materiality – Vessel ON AIR di Alessandra Lozito

TESTO

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Nell’ambito di una visione territoriale cosmopolita, dinamica, aperta e artisticamente attiva, Vessel dà vita ad un progetto originale, ad ampio respiro, che utilizza la radio come  diffusore di esperienze socio-artistiche.

Il vesseliano Radio Materiality è figlio di “Materiality”,  progetto europeo biennale che verte sulla collaborazione tra il Wyspa di Danzica, l’Istituto Politecnico di Tomar,  Kibla a Maribor e Vessel a Bari, che vuole esplorare gli aspetti visivo, sensoriale, trasformativo, politico e scientifico dei “materials”.

“Siamo stati invitati a lavorare sul tema della ‘materialità’ nell’arte contemporanea”, spiega Anna Santomauro  co-fondatrice e curatrice di Vessel insieme a Viviana Checchia, ma Vessel è un luogo fortemente legato all’immateralità dell’arte,  che trae linfa dall’ indagine di processi culturali attraverso workshop, seminari, incontri, scambi e relazioni piuttosto che sulla mera esposizione di prodotti. Abbiamo così pensato di rispondere al topic sulla materialità, utilizzando i meccanismi e le potenzialità immateriali della radio”.

“Vessel - racconta la Santomauro - nasce con il presupposto di creare e stimolare un dialogo tra la Puglia,  l’Europa e il bacino del Mediterraneo. Quindi, venendo meno la possibilità di supportare economicamente la mobilità, abbiamo pensato di invertire la prospettiva e portare l’esperienza “altra” qui, a Bari. Innanzitutto, sperimentando e formalizzando residenze per curatori, rendendo queste esperienze  fruibili a tutti; poi, in un secondo momento, mediante (il potentissimo strumento che è) la radio”. Niente ultratecnologie, sistemi d’avanguardia, escamotage di ultima generazione, semplicemente la radio.

Un mezzo di comunicazione che tra qualche anno compirà il suo centesimo anniversario, nato per trasmettere un messaggio tra due punti fuori dalla portata ottica, protagonista indiscusso delle prime pagine di storia dell’ultimo secolo, facilmente fruibile e considerato il più pop dei mass media, viene eletto -da Vessel- come locomotiva per la trasmissione della ricerca artistica.

La radio si inserisce in questa idea di relazione, di scambio, di interazione tra la nostra regione, la nostra città e il bacino Euro-Mediterraneo, “perché la radio -continua la Santomauro- ti permette di attivare delle dinamiche estremamente specifiche e di lanciare il messaggio che ne deriva in maniera ampia e diffusa, creando una specie di orizzonte geografico allargato che, anche metaforicamente, viene fuori da questa idea della ‘trasmissione’. Anche se di fatto le onde non ci sono, perché la diffusione avviene mediante dei podcast”.

Al progetto sono stati invitati a partecipare artisti italiani  e stranieri sulla base della loro pratica e del loro relazionarsi al contesto in cui lavorano: per esempio, Leone Contini fa della relazione il lavoro stesso, mentre altri autori lavorano con dinamiche più ‘tradizionali’, linguaggi visivi, installativi o progettuali, sempre però con la ‘relazione’ che gioca il ruolo principale. Il criterio selettivo è proprio questo.

Radio Materiality si sviluppa su più livelli, un primo step live: l’incursione artistica. Poi un secondo livello di ri- elaborazione del materiale e trasformazione in podcast, la gran parte dei quali si basa su una dimensione dialogica o sull’approccio dell’intervista, il momento finale dell’editing ha sì una sua coerenza generale, ma in linea di massima  non ci sono limiti di durata.

Blu Oltremare è  il progetto di  Leone Contini, artista e antropologo toscano che, dopo aver  frequentato una residenza per artisti a Tirana organizzata dal Tirana Art Lab, ha ricercato e creato dei legami tra questa e la città di Bari. Qui è entrato nel magico mondo delle “antenne” e facendo ricerca sul territorio, ci racconta la Santomauro, Contini ha scoperto che “durante il periodo comunista in cui era vietato vedere la tv, venivano costruite antenne artigianali con materiali domestici, per riuscire a sintonizzarsi con i canali della tv italiana. Ne derivava un immaginario di usi e costumi italiani che spesso non corrispondeva alla realtà piena, perché filtrata  e deformata dallo schermo televisivo. Leone documentandosi, parlando con le persone, annotando tutto sul suo inseparabile taccuino, è riuscito a costruire un’antenna al “chiringuito” di Bari. Ventiquattro lunghe ore di tentativi per arrivare, poi, magicamente al tanto atteso e quasi toccante momento del segnale: il tg albanese. Una vittoria. Ha funzionato Legno, lattine, carta stagnola, filo di rame, una bellissima ricostruzione artigianale ed emotiva.

La maggior parte di questi progetti tende ad integrarsi con la vita quotidiana senza necessariamente annunciare la performance culminante, ma in collaborazione con le persone del luogo, insieme agli astanti casuali che ne diventano l’ audience insieme ai loro spontanei umori.

Claire Bosi, invece, ha compiuto una ricerca di due settimane -nello scorso giugno- immergendosi nella comunità dei pescatori al molo di Bari, indagando la memoria del mare attraverso il lavoro della pesca, in particola modo studiando i canti popolari legati al mare e costruendo, poi, una performance finale al faro di San Cataldo di Bari caratterizzata dalla reinterpretazione di queste antiche musiche popolari.

Altra tappa del progetto: in occasione della mostra Lanza una roca y a ver lo que pasa a cura di Juan Canela presso La Casa Encendida di Madrid, Viviana Cherchia e Anna Santomauro hanno organizzato un workshop dedicato alle pratiche , ai format e ai contenuti della radio e del suo utilizzo come piattaforma partecipativa. Fino poi a giungere alla partecipazione di Radio Materiality alla Biennale di Atene: attraverso la creazione di una vera e propria  “stazione” è stato possibile rendere accessibili le esperienze di Radio Materiality ad un’audience più vasta. Un luogo -questa volta ‘materiale’- per riflettere sul ruolo delle alternative nello scenario attuale sia culturale che sociale.

Il materiale audio disponibile presso la ‘ stazione’ proviene dai precedenti step del progetto: la ricerca curatoriale avuta a dicembre 2012, le indagini degli artisti coinvolti in Radio Materiality durante l’estate barese nonché da una serie di incontri propizi avuti in Grecia durante le ultime settimane.

 

 

Altri artisti coinvolti Jaume Ferrete; Bisan Abu Eisheh; Beatrice Catanzano; Elena Cologni;  Kari Conte; Curandi Katz; Hakan Topal.


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