Valentina Vetturi

TESTO

IMMAGINI

BIOGRAFIA

L'opera in mostra al Margherita

Intorno a una grande vela, trasformata in un inedito campo di gioco, undici bambine, la loro è l’età indefinibile tra infanzia e adolescenza, giocano canticchiando una filastrocca:  A Giugno 91/ giocavo con Nettuno/ Su su in alto/ e poi uno strano Salto/ Un volo per Sorte/ e poi fu la Morte / Giocavo con Nessuno/ a Giugno 91. Il gioco scorre tranquillo se non fosse per qualche dettaglio inquietante, per la sensazione di un rischio non visibile.
Con questa azione corale Valentina Vetturi evoca un ricordo personale, quando, nei  primi anni novanta, dall’attiguo Circolo della Vela scavalcava transenne e divieti per sbirciare in un luogo chiuso a tutti, ossia proprio il Teatro Margherita. L’operazione ha dunque come movente poetico il riaffiorare di un ricordo ma al tempo stesso si collega ad uno dei nodi  socio-politici non ancora risolti della città,  mettendo così in relazione  sfera privata e collettiva, passato e presente, come del resto accade spesso nel lavoro di un’artista che fa della testimonianza, della sua “presenza” fisica e relazionale nello spazio pubblico il fulcro del suo lavoro.


torna su