Castello di Rivoli Museo arte contemporanea, Dipartimento Educazione

TESTO

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Dipartimento Educazione
 
Se ri-pensare il percorso esistenziale di ciascun individuo e dell’umanità intera consente di ricorrere alla metafora del cammino verso la conoscenza allora è possibile guardare agli artisti come esploratori. Viaggiatori del proprio tempo che, attraverso le opere realizzate, offrono ai contemporanei scoperte, sguardi differenti e inedite visioni del mondo e delle cose.
 
Per queste ragioni nell’incontro con l’arte è auspicabile un atteggiamento partecipato, attivo, propositivo, sperimentale, utile a oltrepassare gli aspetti puramente formali e visivi dell’oggetto d’arte, per andare oltre e per “appropriarsi” dell’opera, come già teorizzato nel 1934 da John Dewey in Arte come Esperienza. “L’incontro con l’arte è un percorso attivo tutto l’arco della vita, un cammino di conoscenza in cui fare esperienza dell’opera d’arte, per giungere a installarsi in essa e dissolvere qualsiasi pregiudizio culturale, non empatia ma conoscenza: vera, approfondita, tradotta in prassi, operatività, in altre parole autentica esperienza di vita”. Gli stessi presupposti concettuali e metodologici, teorizzati e sperimentati dal pedagogista Francesco De Bartolomeis, sono sottesi all’impianto del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli. La produzione artistica, inscindibile dalla vicenda umana, ancor prima che nella dimensione culturale si configura nella sfera antropologica; in tal senso l’artista mentre asseconda la sua urgenza (necessità) creativa realizza l’opera per un destinatario: l’altro (da sé), lo spettatore, ovvero chi guarda all’opera e si confronta con la complessità e la polisemia dell’oggetto d’arte.
 
L’esperienza dell’arte - correlata alla dimensione estetica (percepita attraverso i sensi), è allo stesso tempo sin-estetica e cin-estetica, (pluri-sensoriale e contemporanea-mente dinamica) - promuove importanti processi cognitivi e relazionali che, proprio a partire dalla percezione, attivano la capacità di riconoscimento della realtà, di coordinamento logico, di astrazione, di sintesi, ossia lo sviluppo delle funzioni superiori del cervello (Lev. S. Vygotskij).
 
Con l’educazione all’arte contemporanea (ex-duco, e-ducere: portar fuori, liberare) è possibile, infatti, padroneggiare strumenti e materiali, processi, idee. L’esperienza pratica attiva il sapere in saper fare e quindi saper essere. La conoscenza afferente all’area del sapere si traduce in abilità utili a promuovere attitudini ma anche capacità relazionali e comunicative (Quaglino, 1985 definizione di competenza). Il Dipartimento Educazione, in sintonia con la mission istituzionale del Castello di Rivoli, opera con la convinzione che il museo sia spazio pubblico al servizio del pubblico, di tutti i pubblici, agenzia educativa e luogo di inclusione sociale aperto al dialogo e al confronto. Lo sforzo concettuale e operativo, teso a democratizzare l’arte e la cultura contemporanea, mira a rendere accessibile il patrimonio culturale del Museo anche attraverso progetti sperimentali e di ricerca come il Tappeto Volante che, in San Salvario, ha contribuito alla valorizzazione di un intero quartiere nel centro di Torino, mutando la storia di una scuola dell’infanzia che negli anni ’90 rischiava di diventare il ghetto dei bambini neri e oggi, grazie alle prassi legate all’arte contemporanea è una scuola ambita da tutti, un punto di riferimento per l’intera comunità. Ancora a proposito dell’accessibilità e dell’inclusione sociale il Dipartimento Educazione ha condotto la ricerca, condivisa con l’Istituto dei Sordi di Torino, per il Dizionario che traduce in LIS (Lingua Italiana dei Segni) 80 vocaboli specifici dell’arte contemporanea oltre alle sperimentazioni in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi, i progetti in partenariato con CPD, la Consulta Persone in Difficoltà di Torino, un corollario d’iniziative aperto al territorio e ai diversi pubblici. Nell’impianto progettuale e metodologico del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea è data centralità alla persona vista sia nella sua dimensione psico-somatica - corpo e mente, sensi, conoscenze, esperienza, identità/differenza - sia nell’esercizio del proprio diritto di cittadinanza nei luoghi della cultura.
 
Un modello culturale e operativo ispirato dal desiderio di condivisione di esperienze individuali e collettive, inclusive e coinvolgenti, dentro e fuori dal museo, sempre finalizzate a rendere protagonista lo spettatore. L’arte contemporanea è infatti intesa come risorsa strategica nello sviluppo di contesti sociali e territoriali: una pluralità di espressioni, contenuti, modalità operative, idee, sguardi, proposte, punti di vista e tanto altro, lo straordinario repertorio da conoscere esplorare, sperimentare, interpretare, per vivere come ARTEnauti: viaggiatori del presente.


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