01-06-2013 TONY FIORENTINO, DOMINIUM MELANCHOLIAE

TESTO

IMMAGINI

Galleria Doppelgaenger presenta Dominium Melancholiae, intervento inedito di Tony Fiorentino ideato per lo Spazio Salenbauch di Venezia.

Come ogni anno, durante la biennale d’arte contemporanea, lo Spazio Salenbauch ospita il lavoro di un artista; quest’anno è la volta di Tony Fiorentino, classe 1987, che presenta in collaborazione con la Galleria Doppelgaenger di Bari il progetto Dominium Melancholiae. Un’installazione di sculture “mutanti” del giovane artista che, partendo dall’Accademia di Carrara, ha proseguito la sua ricerca tra Atene e Londra. La mostra veneziana è la sua prima personale in Italia. E’ lo stesso Fiorentino a spiegare il suo lavoro:

“Partendo da un’analisi dell’opera ‘Melacholia I’ realizzata da Albrecht Dürer nel 1514, ho scoperto che la veduta marina con le piccole navi è probabilmente la laguna di Venezia. Saturno, e più particolarmente ogni cometa a lui legata, era considerato responsabile delle inondazioni e delle alte maree. Si può affermare con sicurezza che ogni cometa che figura in una rappresentazione della Melanconia deve essere una di queste “comete saturnine”, di cui è detto espressamente che minacciano il mondo con il Dominium melancholiae. Perfino in testi cuneiformi babilonesi era stato considerato un fatto certo che una cometa con la testa rivolta verso la terra preannunziasse alta marea ed era il melanconico, in particolare, che sapeva prevedere simili catastrofi (dal libro Saturno e la malinconia di Panofsky). L’opera Dominium melancholiae è formata da una teca in vetro all’interno della quale è realizzato l’albero di Saturno ovvero una vegetazione chimica che si forma attraverso l’immersione di zinco in acqua distillata e acetato di piombo. Dallo zinco, immerso nella soluzione chimica, nascono delle foglioline di piombo che lo rivestono completamente e creano nuove forme imprevedibili che danno origine a una scultura di colore grigio scuro/nero. Questa scultura immersa nel liquido rappresenta pienamente l’umore malinconico poiché il termine “umore” deriva dal greco ygrós, ovvero liquidi, umido, bagnato. Quest’opera è suscettibile ai movimenti e la sua delicatezza diventa parte essenziale del lavoro”.

INFO: Opening: sabato 1 giugno 2013 ore 12-22 Chiusura 5 ottobre
Orari di apertura: giugno, luglio e settembre, giovedì – domenica, ore 17.30 – 20.30
Per visitare lo spazio su appuntamento: T.Venezia 00393383348642
T.Bari 00393928203006
Ufficio stampa
MANUAL informazione comunicazione immaginazione
Paola Marino
T. 3393449512 paola.manual@gmail.com

Attestazione

E’ difficile inquadrare il lavoro di Tony Fiorentino: scultura, fotografia, installazione, performance, nessuna tra queste categorie appare, da sola, sufficiente a descrivere la sua attività d’artista. In questa fase della sua carriera non sembra ancora essersi legato a un particolare genere, dunque non deve sorprenderci che la direzione intrapresa sia quella di una sperimentazione incessante, che trova la sua ragion d’essere in una continua mutazione di forme, tecniche e discipline. Lo spettro degli interessi artistici di Tony è vastissimo e si riflette nell’uso e nella scelta sempre molto vari dei materiali; dal vetro al legno ma non solo. Uno sguardo attento leggerà l’insieme delle opere di Tony Fiorentino come un’indagine multiforme sulla realtà e sull’arte stessa. È quanto emerge, in particolar modo, dalla sua produzione più recente, da Mare a Dominium Melancholiae, due richiami raffinati ed efficaci all’Arte Povera e ad Albrecht Durer. È come se certe singole esperienze della vita quotidiana diventassero, esse stesse, parte di una performance artistica complessa, dove Tony Fiorentino gioca sempre il duplice ruolo di autore e testimone: è il caso di opere come Telling a secret to an unknown person e Kontact, o di opere dall’evidente valore sociale e politico, come Follows unknown blind man e Remove the Bricks from the Street is Sign of Revolution. In tutte, all’azione vera e propria si combina la documentazione fotografica o video. Questo stratificarsi e combinarsi di esperienze e discipline è forse il tratto più tipico della sua attività artistica, un’affermazione che continua a compiersi e rinnovarsi sotto forme sempre più consapevoli, maure e raffinate. È un’arte di concetto e speculazione, alla quale si aggiunge una cura particolare per l’aspetto estetico, che non è mai abbandonato al caso.

Vittorio Parisi

LO SPAZIO SALENBAUCH

Norbert Salenbauch, medico, amico dell’arte e collezionista dallo sguardo lucido e lungimirante, ha destinato all’arte un piccolo appartamento al primo piano, in Calle XXII Marzo, a due passi da piazza San Marco. Lo spazio è ormai riconosciuto come un punto fermo tra le molteplici mostre che si accavallano durante l’inaugurazione della biennale. Di seguito le mostre realizzate fino ad oggi nello spazio:
2001 Alex Katz, Oil Scatches, Galeria Monica Decardenas, Milano
2003 Chiara Dynys NEAR AND FAR, VAF Stiftung, Galeria De Crescenzo e Viesti,Roma
2005 Tristano Di Robilant, Ceramica, Galerie Pièce Unique, Parigi
2007 Giovanni Rizzoli , Two Fruits of Passion and The Five Violinists, Galleria Michela Rizzo Venezia
2009 Lilo Rinkens, Close to Zero, Galerie Elisabeth Michitsch, Vienna
2011 Valentina Vetturi, Un viaggio, Galleria Marilena Bonomo, Bari

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