05.12.2014 “OBJECT PERDU” - DISCORSI SUL METODO.

TESTO

IMMAGINI

“OBJECT PERDU” - DISCORSI SUL METODO. Venerdì 5 dicembre 2014, Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare 

TRA OGGETTI PERDUTI, NUOVE ACQUISIZIONI, GIOVANI ARTISTI, INNOVAZIONE TECNOLOGICA LA FONDAZIONE PINO PASCALI IL 5 DICEMBRE CHIUDE IL 2014 CON TRE OPENING E UNA GRANDE FESTA/ OMAGGIO A PINO PASCALI

 

il 5 dicembre 2014 alle 19 a Polignano a Mare, inaugura la mostra “Object Perdu”. Discorsi sul metodo, a cura di Roberto Lacarbonara. L'opening è l'occasione per presentare otto nuove acquisizioni della collezione del Museo dedicata a Pino Pascali e l'installazione  multimediale “Pascali Virtuale”.

Tecnologia, ricerca contemporanea, nuove acquisizioni, installazioni: una grande festa dedicata a Pino Pascali chiude il 2014 della Fondazione che porta il suo nome, e che sempre più si configura come un laboratorio pulsante legato al territorio e alla sua tradizione storico-artistica, ma anche come un avamposto proiettato nella dimensione contemporanea ed un centro per la ricerca e l'innovazione sull'arte del domani. Gli appuntamenti di venerdì 5 dicembre 2014, confermano tutte queste anime del Museo, guidate idealmente dall'arte e dalla figura di Pino Pascali. La collettiva Object Perdu- discorsi sul metodo a cura di Roberto Lacabonara (fino al 25 gennaio.) parte proprio da questo principio.Il metodo in questione” - spiega il curatore “è il metodo Pascali. Una ricerca indiziale svolta attorno agli oggetti della memoria personale e collettiva, una macchina celibe che adopera un processo non finalizzato, né legato a modelli esattamente realistici bensì a congestioni immaginifiche, visioni archetipiche, ironie plastiche. “

La mostra esibisce le narrazioni che i sei artisti italiani coinvolti (Nico Angiuli, Fabrizio Bellomo, Pierluigi Calignano, Raffaella Formenti, Paola Pezzi e Antonella Zazzera) ricorrendo a personalissimi mezzi espressivi, assemblaggi e rinnovamenti semantici, definiscono attorno “all’intrinseca metamorfosi degli oggetti, alla loro instabile e mutevole identità. “Oggetti perduti”, ovvero l’eco inversa degli object trouvé, laddove l’operazione degli artisti diventa azione di recupero e rinnovamento di senso degli elementi rintracciati in una storia profondamente biografica e antropologica, sulla lunga inesauribile scorta del pensiero di Pino Pascali”. Il 5 dicembre è anche l'occasione per presentare 8 nuove acquisizioni della Fondazione Pino Pascali. Si tratta delle Kodalite “Africa”, cinque opere su acetato realizzate da Pino Pascali per la preparazione dello spot “Africa”, e di tre disegni dell’artista, acquisiti dal Museo per merito di una preziosa donazione da parte della storica Galleria Peccolo di Livorno e del collezionista Ferdinando Pedone.

A questi due importanti appuntamenti si aggiunge, nella stessa data, l'inaugurazione dell'allestimento multimediale Pascali virtuale.  Con la direzione scientifica di Antonio Frugis e a cura di Michele Roppo, il Museo Pascali presenta un nuovo allestimento ispirato all’opera “32 mq. di mare circa”di Pino Pascali.  Il pubblico sarà invitato a interagire con un nuovo “pavimento interattivo” addentrandosi tra gli spazi e le intuizioni di Pascali. Inoltre, fino al 25 gennaio, potrà affiancare all'esperienza virtuale, quella dell'opera, visitando l'esposizione Il Mare e il Cielo: Pino Pascali e Luigi Ghirri, nella sala centrale del Museo.

5 Dicembre 2014 – 25 Gennaio 2015

Inaugurazione: venerdì 5 dicembre 2014 alle ore 19

Museo Pino Pascali

Via Parco del Lauro 119 - Polignano a Mare (Ba)

Tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 21; lunedì chiuso

Il Museo resterà chiuso dal 24 al 26 dicembre 2014 e nelle giornate del 31 dicembre 2014 e del 1 gennaio 2015

press: snastro@gmail.com +39 3928928522

www.museopinopascali.it

Orario Invernale: tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 21. Lunedì chiuso.

Seguici su facebook! Fondazione Pino Pascali

Gli artisti e le opere di Object Perdu

Nico ANGIULI (Ba, 1981). Il ritrovamento di testi autografi di Pino Pascali (taccuini, disegni e appunti) e il dialogo con artisti, galleristi e conoscenti dell’artista pugliese, sono all’origine di una ricerca compiuta da Angiuli e rivolta all’ipotetico proseguimento del lavoro scultoreo e alla realizzazione di opere che adottano il modus operandi del grande esponente dell’arte povera.

Fabrizio BELLOMO (Ba, 1982). “VD” è un progetto didattico sviluppato con gli studenti della scuola di Santa Caterina a Foligno. I ragazzi disegnano ricorrendo ai mezzi del vissuto quotidiano: banchi, sedie, cesti, lavagne. L’atto ludico è un gesto che rinnova l’immaginario mentre l’invenzione dell’artista trae dai minori le sollecitazioni per ricomporre lo spazio e il contesto relazionale.

Pierluigi CALIGNANO (Le, 1971) lavora alla progettazione di architetture caotiche ed inservili, dove oggetti e materiali rintracciati nei luoghi di produzione si uniscono a immagini, disegni e pitture che appartengono alla vita privata dell’artista. Oggetti realmente perduti che conservano la propria e l’altrui memoria.

Raffaella FORMENTI (Br, 1955) presenta un lavoro site specific legato ai temi che da anni caratterizzano la propria ricerca: la rete, l’ipertesto, la navigazione entro le rotte labirintiche della comunicazione. Il mare di Formenti è uno spazio di connessione dove i supporti del packaging e dell’immagine pubblicitaria divengono snodi cromatici ed articolazioni spaziali disposte a mappare nuove geometrie mentali e visive.

Paola PEZZI (Br, 1963). I feltri di Paola Pezzi, pur nella loro fisicità minuta e fragile, trattengono forza, compattezza, tensione e moto attraverso opere che definiscono nuclei strutturali ed espansioni via via accumulative, per successive stratificazioni. Ne segue una costruzione esuberante e divertita, di memoria infantile e compostezza formale.

Antonella ZAZZERA (Pg, 1976) presenta i suoi “Armonici”, strutture costituite da innumerevoli sedimentazioni di filo di rame atte a comporre forme primarie, archetipiche, naturali attraverso una elaborazione plastica che rievoca la lenta, analitica e sistematica produzione a telaio ma anche l’intreccio di paglia degli antichi cesti.


torna su