12.06.2012 VESSEL INTERNATIONAL CURATORIAL WORKSHOP 2012

TESTO

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Supportata inizialmente dalla Regione Puglia, vessel è un'organizzazione non profit per l'arte contemporanea. Un contenitore dinamico che intende costruire un ponte artistico e sociale tra la Puglia e le aree circostanti, il Mediterraneo e l'Europa dell'Est e del Centro.
Nel 2011, per la sua prima edizione, il workshop ha beneficiato della partecipazione del comitato scientifico di vessel, composto da Charles Esche, Ilaria Gianni, Cecilia Guida, Denis Isaia, Viktor Misiano, Marco Petroni, Roberto Pinto, insieme alle curatrici di vessel Viviana Checchia e Anna Santomauro. Quest'anno il workshop è tenuto da Charles Esche, Galit Eilat, Viktor Misiano e Nina Roberts con il contributo di Viviana Checchia, Rachel Pafe, Anna Santomauro, Francesco Scasciamacchia e Bori Szalai.
Venti giovani curatori da tutto il mondo avranno la possibilità di lavorare con curatori di reputazione internazionale che hanno partecipato a progetti legati all'eredità e alla pratica della critica istituzionale.
ICW sarà preceduto da un evento della durata di tre giorni (12 – 14 giugno) organizzato da vessel, ovvero il symposium Giant Step. vessel infatti è una delle quattro istituzioni coinvolte in questo progetto, insieme a Van Abbemuseum | Netherlands, MOSTYN | Wales and Galeria Labyrint | Poland. Il progetto investiga le attuali condizioni della produzione culturale e artistica all'interno delle istituzioni e la possibilità di mettere in atto una pratica critica che porterebbe al cambiamento istituzionale. Per ulteriori informazioni visita il sito www.giant-step.org
Struttura
Il corso consiste in tre giorni di workshop, basato sulla pratica e concepito come una struttura organica. I partecipanti condivideranno la propria esperienza nel rapportarsi con le istituzioni e prenderanno parte a gruppi di lavoro. Gli obiettivi del corso sono:

  • articolare una consistente riflessione collettiva sui ruoli delle istituzioni contemporanee nella attuale congiuntura economica, culturale e politica;
  • costruire piattaforme di lavoro che diano ai partecipanti di sviluppare futuri progetti curatoriali;
  • incoraggiare processi di networking tra giovani creativi nella scena artistica visiva e la circolazione internazionale di progetti culturali.

 
Contenuti
Il workshop si focalizza sul ruolo della critica istituzionale nella costruzione di una istituzione artistica ideale. Questo compito potrebbe sembrare utopico, ma lo consideriamo legittimo e propositivo per creare un dialogo sullo stato dell'arte e delle istituzioni culturali contemporanee. Crediamo in un cambiamento istituzionale in positivo così come nelle istituzioni, che funzionerebbero come partners responsabili dei propri programmi. In questo senso riconosciamo la necessità di considerare l'informazione come rivelatrice dei vari fattori che contribuiscono a ciò che conosciamo come “il mondo dell'arte”.
Il primo punto in analisi è l'innegabile compenetrazione tra politica, cultura ed economia. L'arte nella società contemporanea è interamente dipendente dal sistema capitalista, mentre la creatività e l'inventiva sono spesso incanalate in imprese commerciali. Questa dipendenza monetaria dà forma alla connessione tra arte e vita sociale, che di conseguenza genera un ambiente specifico. Quindi dobbiamo chiederci perché continuare con questo modo istituzionale di strutturare l'arte se la sua pratica è progressivamente svuotata del suo pensiero critico. Quanto valore ha sottostare al sistema capitalista, guardare da dietro le quinte come se le strutture critiche e ideologiche significative fossero estromesse dall'avanguardia? Per poter contrattaccare questa tendenza, dobbiamo compiere un enorme sforzo per generare “approcci alternativi”.
È già noto che arte, politica ed economia sono inestricabilmente collegati; come usiamo e come diamo un contributo a questa conoscenza per creare soluzioni innovative? Uno dei principali problemi con i tentativi iniziali di critica istituzionale era il fatto che essi restano chiusi dentro i confini dell'arte. Spesso autoreferenziali o imbrigliati nel proprio gergo, essi sono stati ulteriormente istituzionalizzati da quelle entità istituzionali contro le quali si opponevano.
Vorremmo comprendere se l'arte può creare connessioni trasversali con i campi vicini, ponendo l'attenzione e ricevendo input da ciò che ha luogo in varie altre regioni della società e della vita, in modo da creare legami con una moltitudine di idee critiche. Immaginiamo anche un ruolo importante per il pubblico, nel quale l'arte può giocare un ruolo attivo attraverso discussioni, dialogo e dibattito, così da ottenere riconoscimento di discorso e opinione.
Cosa diventa l'istituzione nei tempi della crisi? Invece che essere un veicolo per i desideri, per le aspirazioni e i progetti di miglioramento sociale, essa diventa uno strumento per il management delle soggettività, una facciata dalla struttura critica minima, un messo in cui il concetto di arte come bene pubblico progressivamente sparisce. In questi momenti diventa necessario immaginare un'istituzione ideale, non con la speranza di costruire una realtà fittizia, ma come metodo per attuare cambiamenti site-specific ai corpi istituzionali con i quali ci rapportiamo ogni giorno.


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