29.05.2013 CHIARA FUMAI ALLA FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA DI VENEZIA

TESTO

IMMAGINI

Add Fire. Premio Furla 2013. Chiara Fumai alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia con I did not Say or Mean ‘Warning’.

Mercoledì 29 maggio - domenica 30 giugno 2013

Add Fire. Premio Furla 2013.

Chiara Fumai, vincitrice della nona edizione del Premio Furla, alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia con I did not Say or Mean ‘Warning’

Mercoledì 29 maggio - domenica 30 giugno 2013 Maggio 2013 – Chiara Fumai, vincitrice della nona edizione del Premio Furla, presenta l’opera I did not Say or Mean ‘Warning’ ’ alla

Fondazione Querini Stampalia, in concomitanza con la 55. Biennale di Arti Visive di Venezia.

A cura di Stefano Collicelli Cagol, il lavoro di Chiara Fumai è il frutto di una rielaborazione del progetto con cui lo scorso gennaio l’artista si è aggiudicata il Premio Furla 2013.

Ideato e curato da Chiara Bertola, il Premio Furla è il riconoscimento biennale d’eccellenza per l’arte contemporanea dedicato ai giovani talenti italiani, organizzato e promosso da Fondazione Furla, Fondazione Carisbo, Fondazione Querini Stampalia, MAMbo -

Museo d’Arte Moderna di Bologna, con il supporto di Carisbo S.p.A. e con la collaborazione di Arte Fiera e Viafarini.

Il Premio mira a sostenere la migliore pratica artistica del nostro Paese, attraverso il monitoraggio, la selezione, la formazione degli artisti e la produzione di nuovi lavori, e ha saputo nel tempo affermarsi come vetrina internazionale per la creatività emergente.

L’opera di Chiara Fumai I did not Say or Mean ‘Warning’ ripensa il progetto vincitore mettendolo in relazione con gli spazi della Fondazione Querini Stampalia, dando così vita a un progetto site specific. Il lavoro si articola in due parti tra loro complementari,

situate in aree differenti della Fondazione: una performance presentata all’interno delle collezioni del museo e una video-performance diffusa attraverso una serie di schermi al plasma posizionati negli spazi di servizio e di passaggio come la caffetteria e la corte coperta d’ingresso. In entrambe le sezioni del lavoro, fruibili durante l’intero periodo di apertura della mostra, Chiara Fumai si confronta nuovamente con la lotta all’immagine della donna eternamente passiva e marginale. Mediante una visita guidata, l’artista introduce al pubblico alcune opere conservate nella casa-museo, sovrapponendo alla struttura della guida l’esecuzione, attraverso il linguaggio dei

segni, di un messaggio riguardante l’assenza del Soggetto femminile nella Storia e le possibili conseguenze. L’origine del testo performato proviene da un messaggio anonimo trovato nella segreteria telefonica di una divisione femminista che partecipava alla

Lotta Armata.

L’opera si propone di sondare i limiti stessi della performance, come sottolineato dal titolo che nega ma, al contempo, costringe all’attenzione: I did not Say or Mean ‘Warning’ , e prosegue la riflessione proposta da Fumai sul linguaggio e sulla frammentazione

dell’identità.

L’opera sarà accompagnata dai contributi critici e letterari di Stefano Collicelli Cagol e Francesco Urbano Ragazzi.

La presentazione al pubblico dell’opera vincitrice, la cui realizzazione è stata interamente finanziata dalla Fondazione Furla, segna la fase conclusiva della nona edizione del Premio Furla, iniziata lo scorso novembre con l’annuncio della rosa dei cinque finalisti e

proseguita con la mostra dei progetti finalisti a Bologna, nella suggestiva sede dell’ex Ospedale degli Innocenti.

Una giuria internazionale composta da Galit Eilat (Presidente di Akademie der Künste der Welt, Colonia, e Curatore Ricercatore al Van Abbe Museum, Eindhoven), Marina Fokidis (Direttore Fondatore di Kunsthalle Athena), John Peter Nilsson (Direttore del Moderna

Museet di Malmö), Chiara Parisi (Direttore dei programmi culturali della Monnaie di Parigi), Dirk Snauwaert (direttore di WIELS Contemporary Art Centre, Bruxelles) ha valutato i progetti e gli artisti in mostra individuando in Chiara Fumai la vincitrice, con la

seguente motivazione: “L’energia dell’artista, lo straordinario impegno che emerge nel suo lavoro, la scelta di temi di stretta attualità, al centro sia della riflessione artistica contemporanea che della società del nostro tempo, come il femminismo, il discorso performativo e l’attivismo. Il lavoro di ricerca e la convinzione profonda con cui affronta queste tematiche, trovando le proprie radici nel primo

femminismo e nella performance concettuale ma al tempo stesso reinventandole in una prospettiva di continuità. E’ la capacità di stabilire una dialettica del confronto che ha portato la giuria a premiare questa artista".

Stefano Collicelli Cagol e Bart van der Heide, i due curatori che hanno selezionato l’artista per la partecipazione al Premio Furla 2013 hanno ricordato che “il lavoro della Fumai celebra l’ambiguità e l’indeterminatezza della condizione umana, tesa tra contraddizioni e

passioni violente. Le sue performance e installazioni creano scenari stranianti che si delineano attraverso la riflessione su scritti di dissenso politico, questioni di identità sessuale, femminismo anarchico, fenomeni paranormali e molto altro. In questi ambienti, Fumai dialoga, declama, urla mettendo le sue molteplici personalità al servizio di persone vissute nel passato (per esempio Annie Jones, la donna barbuta; il mago Houdini; Rosa Luxemburg) che vengono evocate nel corpo dell’artista e interagiscono con gli spettatori. Più che proporre certezze solide e confortanti, Fumai spiazza di continuo il suo pubblico, invitandolo ad ampliare il proprio immaginario e conesso la propria conoscenza”.

L’opera di Chiara Fumai I did not Say or Mean ‘Warning’ sarà esposta alla Fondazione Querini Stampalia dal 29 maggio al 30 giugno

2013. Successivamente all’esposizione veneziana l’opera sarà data in comodato al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.

Così come per le edizioni precedenti, il vincitore del Premio Furla avrà la possibilità di studiare e lavorare all’estero, grazie allapartecipazione a un progetto di residenza d’artista, che per questa edizione si svolgerà presso il WIELS Contemporary Art Centre di

Bruxelles. La gestione della residenza è affidata a Viafarini, centro di documentazione sull’arte contemporanea che, dalla quinta edizione, raccoglie l’archivio generale del Premio Furla e che collabora all’ospitalità dei curatori stranieri grazie al programma di

residenza milanese VIR Viafarini-in-residence.

Il catalogo bilingue (italiano/inglese) della nona edizione del Premio Furla, edito da Mousse Publishing, presenta il lavoro e la ricerca artistica dei cinque finalisti e documenta il viaggio e il percorso nell’ambito della creatività italiana svolto per il Premio Furla,

riconoscimento che mira a sostenere la migliore pratica artistica del nostro Paese.

Istituito nel 2000 a Venezia alla Fondazione Querini Stampalia come appuntamento annuale, nel corso degli anni il Premio Furla si èsviluppato, rinnovando e ampliando la propria modalità di intervento. Dal 2003 il premio è un riconoscimento biennale, assicurando così il ricambio generazionale, l’ampiezza e l’efficacia del monitoraggio sulla creatività emergente nel nostro Paese. Il rigore scientifico della manifestazione, l’impianto curatoriale, il sostegno alla formazione e alla produzione di nuovi lavori, si uniscono

all’efficace rete internazionale di contatti con critici d’arte, curatori, direttori di musei e centri d’arte di prestigio facendone di fatto oggi un appuntamento cruciale nel percorso di crescita dei giovani artisti italiani.

CHIARA FUMAI

Cenni biografici

Nata a Roma nel 1978, vive e “slavora” a Milano. Dal 2007 genera performance influenzate da metodi di decostruzione, freak show, metafisica, travestitismo, e specialmente da pensiero anarco-femminista.

Le sue mostre recenti includono: Futura Center for Contemporary Art, Praga (2013); Museo del Novecento, Milano (2013); Maison

Rouge, Parigi (2013); dOCUMENTA (13), Kassel (2012); Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2012), Jeu de Paume, Parigi

(2011); Museo MAXXI, Roma (2011); Volcano Extravaganza, Stromboli (2011), Survival Kit Festival, Riga (2011).

STEFANO COLLICELLI CAGOL

Cenni biografici

Stefano Collicelli Cagol (Padova, 1978) è PhD Researcher presso il Curating Contemporary Art Programme del Royal College of Art di

Londra. Dal 2009 coordina il progetto di Residenze per Giovani Curatori organizzato dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di

Torino. Per la stessa istituzione, dal 2012 è uno dei responsabili di CAMPO – Corso per Curatori, dove insegna il modulo di Storia delle mostre e delle pratiche curatoriali. Per il 2012/2013 è curatore del secondo ciclo di ‘Vitrine’ dedicato all’arte piemontese, promosso

dalla GAM di Torino. Nel 2011 è stato Assistente Curatore per la mostra “Un’Espressione Geografica” curata da Francesco Bonami. Ha curato la mostra “Sette Piccoli Errori” al Museo Marino Marini nel 2010. Research Curator presso Villa Manin – Centro d’Arte

Contemporanea, Passariano (UD), ha pubblicato diversi contributi legati alla storia delle mostre in Italia; ha collaborato con Domus, e curato la ‘Cronologia’ del catalogo della mostra Italics, Palazzo Grassi, 2009.

1.3 Ritratto di M.C. ad opera di ignoti.

Contributo letterario di Francesco Urbano Ragazzi

E infine cominciò la perquisizione a quello strano immobile situato in una via severa, ma per nulla fosca. Visto da fuori, l'edificio sembrava il consolato tedesco di xxxxxxx. Larghe stanze prendevano tutto il piano terreno. Sebbene non fosse né Domenica né un

giorno di festa, non si vedeva attorno anima viva, il che dava a quella porzione di strada un'aria stanca, melanconica, quella particolare atmosfera triste che si associa alle domeniche delle cittadine anglosassoni. Un vago sentore salmastro rimaneva nell'aria, l'indefinibile e suggestivo odore dei magazzini che si affacciano sulle fondamenta. L'idea che l'edificio sembrasse il consolato tedesco di xxxxxxx venne in testa solo a M.C. e quando ne parlò ai compagni essi risero, considerando sproporzionato il paragone, ma subito lasciarono cadere l'argomento e si misero a parlar d'altro. Da ciò M.C. concluse che forse non avevano inteso cosa ella voleva dire, e si mise a riflettere

sulla difficoltà di farsi comprendere quando il proprio pensiero raggiunge una certa profondità.

Un'idea, un' idea non sovviene, alla fatica dei cantieri, mentre i sibilanti congegni degli atti trasformano in cose le cose e il lavoro è pieno di sudore e di polvere. M.C. ritornò su queste considerazioni che mille volte aveva meditato fra sé e sé. Ritornò coi ricordi ai tempi di xxxxxx, del pugno alzato davanti alla commissione, all'altissimo rettore, agli ordinari, agli assistenti, ai dottorati e dottorandi e cirenei attoniti. Nessuno capì quel gesto: fino in fondo nemmeno lei. Ritornò ai tempi dell'Umanitaria e di xxxxxx. Oh! sangue e gente delle stragi e delle ibridazioni lontane, tra ligure e gallico e longobardo e minchione, con quello spruzzo di bugie curuli in coppa a dargli quel sapore e la parvenza d'una civiltà, quasi polvere di cannella sulla panna frullata! Qualcosa di strano è accaduto in noi: tutti i nostri concetti e i nostri sentimenti sono cambiati.

Pensò a queste cose M.C. appoggiata alla finestra e non si accorse degli agenti in divisa che bussavano alla porta.

La prima volta c'era un uomo.

QUESTO NON LEGGERLO: "QUESTO NON LEGGERLO," DICO IO

La seconda volta c'erano due uomini.

QUESTO SALTALO: "QUESTO SALTALO," DICO A TE E A TE

La terza volta c'erano tre uomini.

Il tenente R: «Bussammo, nessuno rispose. Dall’interno però giunse il rumore di una radio. Io che mi ero spostato verso l’angolodell’edificio alzai lo sguardo a una finestra accostata, intravidi una donna e gridai: “Ma allora c’è qualcuno. Signora, vuole venire giù?”.

La sconosciuta si ritirò». Il maresciallo C. intanto si è avvicinato alla porta, chiama il nome che compare sulla targhetta. Nel vano dellaporta si affaccia un uomo sui trent’anni, c’è un breve battibecco con i carabinieri. «Che nessuno si avvicini. Se sento qualcuno avvicinarsi

gli do una bastonata. Devo continuare a parlare. Devo crederci. Voglio stare da solo, non voglio che entri nessuno. Qui non voglio che entri nessuno. Voglio stare da solo. Non voglio che entri nessuno in casa. Non voglio che qui entri nessuno. Devo crederci. Devo

continuare a parlare. Voglio stare da solo. Qui non voglio nessuno. Non voglio nessuno. Devo continuare a parlare, continuare a parlare, continuare a parlare. State indietro. Non voglio sapere chi siete, state indietro. Andate via. Vi proibisco di entrare. State

indietro». E poi la prima bomba scoppiò davanti alla faccia del maresciallo C. che perse l'occhio e la mano nel prato.

Se M.C. in quel momento avesse gridato, avrebbe gridato così: «Allevierò la fatica al fuoco inzuppando i miei vestiti di benzina. Ne ho ancora a disposizione tre bottiglie , dopo averne rovesciate due decine addosso ai carnefici. E' stato un grande momento della mia vita e ho riso selvaggiamente. Mai avrei immaginato che la morte di esseri umani, se pure nemici e nemici di tale fatta, potesse rendermi tanto felice». E forse così gridò M.C. nel momento in cui decise il suo destino, mentre ghermiva la pistola e si aggiustava la borsa a

tracolla. «Basta, basta, non sparate siamo feriti». Ma è un trucco. L'uomo sta per lanciare un'altra bomba a mano. Noi spariamo. L'uomo fugge buttandosi in una boscaglia.

Il resto lo conosciamo, anche se certe particolari sfumature rimangono ignote tuttora. Non resta che affidarsi alle concise carte dell'inchiesta e alla deposizione dell'appuntato B., che recita:

623. «Voglio ad ogni costo andare in quella casa». Ma posso tentare di andare in quella casa ad ogni costo - se non ci sono difficoltà?

621. Ma non dimentichiamo una cosa: quando 'io sollevo il mio braccio con l'arma carica', il mio braccio si solleva. E sorge il problema:

che cosa rimane, quando del fatto che io alzo il mio braccio tolgo il fatto che il mio braccio si alza?

((Il mio volere sono le sensazioni cinestetiche?))

622. Quando premo il grilletto, di solito non tento di premerlo.

625. «Come fai a sapere di aver sparato?» - «Lo sento». Ciò che tu riconosci è dunque la sensazione? E sei sicuro di riconoscerla

correttamente? - Sei sicuro di aver sollevato il braccio; non è questo il criterio, la misura, del riconoscimento?

Cadde M.C., anche se nessuno seppe raccontare come. A sentire tutte le voci e le ipotesi e le prove balistiche del caso, la donna

sembrò inciampare all'infinito. E' certo che qualcuno sparò, ma non è questo il punto. Il delitto più feroce, per cui non si trova perdono,

lo commise di certo R.C., marito e compagno, che tre giorni dopo il fatto le scrisse la peggiore delle lettere d'amore:

Non possiamo permetterci di versare lacrime sui nostri caduti, ma dobbiamo imparare la lezione di lealtà, coerenza, coraggio ed eroismo! E' la guerra che decide in ultima analisi della questione del potere.

Francesco Urbano Ragazzi

ADD FIRE. Jimmie Durham

di Chiara Bertola, curatrice e ideatrice Premio Furla

Add Fire è il titolo, bellissimo e incendiario, che Jimmie Durham dedica alla 9a edizione del Premio Furla 2013.

Pensando al fuoco, immediatamente affiorano alla mente schiere di immagini e metafore; le associazioni con questo primo elemento sono così tante e così facili che diventa paradossale e difficile scriverne: il fuoco che purifica, il fuoco

che porta la luce, la fenice che risorge dalla proprie ceneri, il fuoco ardente della passione, il fuoco iniziale del Big Bang, l’incandescenza della lava vulcanica, gli scoppi delle bombe, gli incendi, i roghi, la luce, la fiamma di una candela…

Jimmie Durham invita gli artisti del Premio a spingersi verso una delle immagini simboliche più ricche e contraddittorie dell’umanità: quest’ultima, tesa al nuovo, alla scoperta e al progresso, è al tempo stesso incapace di dominare realmente con la ragione e con la scienza le forze più profonde e inafferrabili della natura. Ma sappiamo bene quanto gli artisti amino, da sempre, giocare con il fuoco. Add fire riecheggia quella necessità di azzeramento, di piazza pulita, che caratterizza gli anni precedenti la Prima guerra mondiale, con i Futuristi. Il fuoco, poi, rievoca le ricerche informali del dopoguerra, nelle quali diventa un’ispirazione sia come forza vitalistica che come nuovo mezzo

tecnologico: è fiamma che brucia tutto e diventa un rogo; è, ancora, fiamma che lascia tracce iniziatiche come nei “Monochrome” di Klein, nelle combustioni di Burri, nei silenzi di Cage, fino alle operazioni di azzeramento totale degli anni Sessanta/Settanta… penso al Gruppo Zero e a quel loro ricominciare dall’inizio per essere più liberi e

uscire dagli alfabeti correnti, dai linguaggi comuni e dalle forme riconosciute… Ecco, forse è qui che ritroviamo qualcosa di quell’Add fire proposto da Durham, qualcosa di quell’urgenza che sentiamo anche oggi: l’urgenza di fare dei gesti che non finiscano nella creazione di un’opera ma che generino una corrente di significati in grado di

propagarsi oltre al lavoro compiuto, riemergendo dalla cenere, dai frammenti anneriti, dal colore buio della fuliggine… perché oggi c’è bisogno di sentire e vedere nascere qualcosa di nuovo e dalle fiamme può venire una rinascita.

Ecco, forse questo il significato profondo e positivo dell’incitamento insito in quella stringa di parole, Add fire, proposto da uno degli artisti più critici e caustici della scena artistica contemporanea, che con la fiamma della sua ironia ha incenerito e attaccato secoli di presunzione e di violenza dell’occidente colonialista.

Ma in fondo giocare col fuoco non vuol dire giocare con l’origine della vita?

Chiara Bertola

La sede della Residenza

WIELS Contemporary Art Centre, Bruxelles

Tra le principali istituzioni per l’arte contemporanea in Belgio, il WIELS Contemporary Art Centre di Bruxelles, privo di una collezione permanente, si concentra sulla presentazione di mostre temporanee dedicate ad artisti nazionali e internazionali, sia emergenti che più affermati. Oltre a un calendario di progetti espositivi regolari, il WIELS ospita nove

residenze per giovani artisti e un programma educativo attivo, ubicati in un’ex fabbrica di birra (da cui il nome WIELS, per la forma abbreviata della birra Wielman Ceuppen) originariamente progettata nel 1931 dall’architetto belga Adrien Blomme, ora restaurata e classificata edificio storico. Quello che un tempo era il suo ingresso (dove ora sono ubicati un

caffè, una libreria, la biglietteria, lungo le vasche di rame restaurate della fabbrica di birra), conduce agli spazi espositivi

principali di WIELS – che si espande su quattro piani, e dove l’assetto post-industriale, ricco di dettagli, dona un

carattere particolare a queste aree espositive.

In un tempo relativamente breve, dalla sua apertura come centro per l’arte contemporanea, avvenuta nel 2008, il WIELS

ha dato prova della sua capacità di imporsi a livello nazionale e internazionale, giocando un ruolo di primo piano, sia

nella produzione che nella presentazione di un largo numero di mostre di alto livello e di progetti artistici. WIELS ha

organizzato alcune fra i maggiori progetti espositivi per artisti influenti quali Mike Kelley, Yayoi Kusama, Luc Tuymans,

Felix Gonzalez-Torres, Ann Veronica Janssens, Rosemarie Trockel, e Francis Alÿs, insieme ad una nuova generazione di

giovani artisti che includono Bruno Serralongue, Andro Wekua, Melvin Moti, Yto Barrada, Sven Augustijnen, e Wangenchi

Mutu, fra gli altri. Spesso WIELS collabora con istituti stranieri, tra cui, recentemente, la Tate Modern di Londra, il

Museum of Modern Art di New York, l’Hammer Museum di Los Angeles, la Fondation Beyeler di Basilea, il Museum für

Moderne Kunst di Francoforte, e il Museum of Modern Art di Varsavia.

Scheda storica Premio Furla

EDIZIONE 2011

Vincitore: Matteo Rubbi

Artisti finalisti: Alis/Filliol (Andrea Respino e Davide Gennarino), Francesco Arena, Rossella Biscotti, Matteo Rubbi, Marinella

Senatore

Curatori selezionatori: Lorenzo Bruni e Carson Chan; Cecilia Canziani e Vincent Honore????; Alfredo Cramerotti e Emily Pethick; Vincenzo

De Bellis e Philippe Pirotte; Simone Menegoi e Marianne Lanave????re

Giuria internazionale: Christian Boltanski (artista), Stefano Chiodi (critico e storico dell'arte), Vit Havranek (direttore Tranzit Display

Gallery di Praga), Jo????rg Heiser (critico e associate editor di Frieze), Miguel Von Hafe Pe????rez (direttore Centro Galego de Arte

Contempora????nea, Santiago de Compostela)

Artista padrino: Christian Boltanski

EDIZIONE 2009

Vincitore: Alberto Tadiello

Artisti finalisti: Giorgio Andreotta Calò, Meris Angioletti, Giulia Piscitelli, Alberto Tadiello, Ian Tweedy

Curatori selezionatori: Laura Barreca e Pelin Uran, Caroline Corbetta e Daniel Birnbaum, Francesco Manacorda e Raimundas

Malasaukas, Alessandro Rabottini e Yilmaz Dziewior, Andrea Viliani e Chus Martinez

Giuria internazionale: Marina Abramovic (artista), Alessio Antoniolli (direttore Gasworks, Londra), Zdenka Badovinac (direttrice

Moderna Galerija / Museum of Modern Art, Lubiana), Roberto Daolio (critico e curatore indipendente), Hans Ulrich Obrist (codirettore

Serpentine Gallery, Londra)

Artista madrina: Marina Abramovic

EDIZIONE 2007

Vincitore: Luca Trevisani

Artisti finalisti: Alice Cattaneo, Elenia Depedro, Nicola Gobbetto, Luca Trevisani, Nico Vascellari

Critici selezionatori: Caroline Corbetta, Francesco Manacorda, Daniele Perra, Camilla Seibezzi, Marina Sorbello

Giuria nazionale: Chiara Bertola (curatrice per l’arte contemporanea Fondazione Querini Stampalia Onlus, Venezia), Giulio Ciavoliello

(critico e curatore indipendente), Mario Codognato (curatore MADRE – Museo d’Arte Donna Regina, Napoli), Giacinto Di

Pietrantonio (direttore Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo), Walter Guadagnini (presidente Commissione

Scientifica UniCredit & l’Arte), Gianfranco Maraniello (direttore MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna), Jonathan Watkins

(direttore Ikon Gallery, Birmingham)

Giuria internazionale: Chiara Bertola (curatrice del Premio, senza diritto di voto), Mona Hatoum (artista), Christoph Tannert

(direttore Kunstlerhaus Bethanien, Berlino), Stefano Arienti (artista), Bartomeu Marì (curatore capo MACBA, Barcellona) e Yuko

Hasegawa (curatrice capo Museum of Contemporary Art, Tokyo)

Artista madrina: Mona Hatoum

EDIZIONE 2005

Vincitore: Piero Roccasalva

Artisti finalisti: Alex Cecchetti, Rä di Martino, Christian Frosi, Deborah Logorio, Pietro Roccasalva

Critici selezionatori: Barbara Casavecchia, Mario Gorni, Cesare Pietroiusti, Marcello Smarrelli, gruppo Synapser

Giuria nazionale: Dede Auregli (responsabile di Spazio Aperto – Galleria d'Arte Moderna di Bologna), Carlos Basualdo (critico d’arte

e curatore indipendente), Chiara Bertola (curatrice per l’arte contemporanea Fondazione Querini Stampalia Onlus, Venezia), Luca

Cerizza (critico d’arte e curatore indipendente), Laura Cherubini (critica d’arte e curatrice indipendente), Giacinto Di Pietrantonio

(direttore Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo), Cloe Piccoli (critica d’arte e curatrice indipendente)

Giuria internazionale: Henry Meyric Hughes (curatore indipendente e scrittore d’arte), Victor Misiano (critico, curatore ed editore

capo di "Moscow Art Magazine"), Luigi Ontani (artista); Kiki Smith (artista), Anne Pontégnie (capo curatrice Wiels, Centro d'arte

contemporanea di Bruxelles)

Artista madrina: Kiki Smith

EDIZIONE 2003

Vincitore: Massimo Grimaldi

Artisti finalisti: Pierpaolo Campanili, Sarah Ciracì, Stefania Galegati, Massimo Grimaldi, Domenico Mangano

Critici selezionatori: Cristiana Collu, Roberto Daolio, Aurora Fonda, Massimiliano Gioni, Salvatore Lacagnina, Cornelia Lauf, Andrea

Lissoni, Luisa Perlo, Marion Piffer, Maria Rosa Sossai.

Giuria nazionale: Dede Auregli (responsabile Spazio Aperto – Galleria d'Arte Moderna di Bologna), Emanuela De Cecco (critica

d'arte), Giacinto di Pietrantonio (direttore Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo), Francesca Pasini (critica d'arte e

curatrice indipendente), Bartolomeo Pietromarchi (segretario generale Fondazione Adriano Olivetti, Roma), e Angela Vettese

(direttrice Corso di Arti Visive IUAV di Venezia)

Giuria internazionale: Zdenka Badovinac (direttrice Galleria Moderna Kontakt, Ljubljana), Carlos Basualdo (poeta, critico e curatore

indipendente; co-curatore di Documenta 11 a Kassel e co-curatore della 50° Biennale di Arti Visive di Venezia), Nuria Enguita

(direttrice Fondazione Antoni Tàpies, Barcellona), Michelangelo Pistoletto (artista e fondatore della Fondazione Cittadellarte,

Biella), Vincent Todolì (direttore Tate Modern Gallery, Londra)

Artista padrino: Michelangelo Pistoletto

EDIZIONE 2002

Vincitore: Sissi

Artisti finalisti: Marcello Maloberti, Ottonella Mocellin, Adrian Paci, Daniele Puppi, Sissi

Critici selezionatori: Marcella Beccaria, Costantino D’Orazio, Maria Luisa Frisa, Agnes Kohlmeyer, Gianfranco Maraniello, Paola

Nicita, Chiara Parisi, Gabriele Perretta, Alessandro Rabottini e Gabi Scardi

Giuria nazionale: Dede Auregli (responsabile di Spazio Aperto – Galleria d'Arte Moderna di Bologna), Chiara Bertola (curatrice per

l'arte contemporanea Fondazione Querini Stampalia Onlus di Venezia), Emanuela De Cecco (critica d'arte), Giacinto di Pietrantonio

(direttore Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo), Francesca Pasini (critica d'arte e curatrice indipendente),

Bartolomeo Pietromarchi (segretario generale Fondazione Adriano Olivetti, Roma), Angela Vettese (direttrice Corso di Arti Visive

IUAV di Venezia)

Giuria internazionale: Lothar Baumgarten (artista), Iwona Blazwich (direttrice White Chapel, Londra), Ida Giannelli (direttrice Castello

di Rivoli, Torino), Vasif Kortun (direttore Proje 4 al Museo di Arte Contemporanea di Istanbul), Jérôme Sans (direttore Palais de

Tokyo, Parigi)

Artista padrino: Lothar Baumgarten

EDIZIONE 2001

Vincitore: Lara Favaretto

Artisti finalisti: Massimo Bartolini, Lara Favaretto, Vedova Mazzei, Margherita Manzelli, Sabrina Torelli

Critici selezionatori: Dede Auregli, gruppo A Titolo, Gigiotto Del Vecchio, Luca Cerizza, Teresa Macrì, Cloe Piccoli, Bartolomeo

Pietromarchi, Sergio Risaliti, Gianni Romano, Sabrina Zannier.

Giuria nazionale: Chiara Bertola (curatrice per l'arte contemporanea Fondazione Querini Stampalia Onlus, Venezia), Gail Cochrane

(critica d’arte), Roberto Daolio (critico d’arte e curatore indipendente), Giacinto Di Pietrantonio (direttore Galleria d'Arte Moderna e

Contemporanea, Bergamo), Cristiana Perrella (critica d’arte), Giorgio Verzotti (conservatore capo Mart, Trento-Rovereto), Angela

Vettese (direttrice Corso di Arti Visive IUAV di Venezia)

Giuria internazionale: Yuko Hasegawa (direttrice Biennale di Istanbul 2001 e curatrice senior Museo d'Arte Contemporanea di

Kanazawa), Ilya & Emilia Kabakov (artisti), Jenny Lomax (curatrice e direttrice Camden Art Centre, Londra), Ettore Spalletti (artista),

Octavio Zaya (co-curatore Documenta 11 a Kassel 2002).

Artista padrino: Ilya Kabakov.

EDIZIONE 2000

Vincitore: Sislej Xhafa

Artisti finalisti: Simone Berti, Eva Marisaldi, Sislej Xhafa, Paola Pivi, Alessandra Tesi.

Critici selezionatori: Paolo Falcone, Claudia Colasanti, Ludovico Pratesi, Guido Molinari, Alessandra Galletta, Guido Curto, Roberto

Pinto, Emanuela De Cecco, Francesca Pasini, Laura Cherubini.

Giuria nazionale: Chiara Bertola (curatrice per l'arte contemporanea Fondazione Querini Stampalia Onlus, Venezia), Gail Cochrane

(critica d’arte), Roberto Daolio (critico d’arte e curatore indipendente), Giacinto Di Pietrantonio (direttore Galleria d'Arte Moderna e

Contemporanea, Bergamo), Cristiana Perrella (critica d’arte), Giorgio Verzotti (conservatore capo Mart di Trento-Rovereto), Angela

Vettese (direttrice Corso di Arti Visive IUAV di Venezia).

Giuria internazionale: Chiara Bertola, Ann Demeester (curatrice SMAK, Gent), Adelina von Fürstenberg

(presidente Art for the world, Ginevra), Alberto Garutti (artista), Joseph Kosuth (artista), Marta Kuzma (curatrice Corcoran Gallery of

Art, Washington), Sania Papa (direttrice Centro di Arte Contemporanea di Salonicco).

Artista padrino: Joseph Kosuth.


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