'HOMO HOMINI VIRUS', LE PULSIONI ESTREME DEL ROMANZO DI ILARIA PALOMBA

Antonella Marino

TESTO

IMMAGINI

Una discesa negli abissi della psiche, lì dove l’ancoraggio al corpo

come “ultimo baluardo dell’umano” confina con il desiderio di negarlo e oltrepassarlo, l’erotismo vira verso il sacro, ed errore e orrore, vittima e carnefice, perversione e innocenza, caduta e salvezza, vita e morte finiscono per coincidere. Si legge tutto d'un fiato, sia pur con la sua trama urticante e lo shock finale, “Homo homini virus”, il nuovo romanzo della giovane scrittrice barese Ilaria Palomba edito da Meridiano Zero. Ambientato nel contesto della Body art più estrema (cui l’autrice aveva già dedicato un saggio l’anno scorso), con una scrittura ora più narrativa ora diaristica e crudemente poetica ci conduce fra i demoni dei protagonisti: l’io narrante Angelo, aspirante ma non integrato giornalista, ed Iris, perturbata e perturbante performer. Lungo un percorso infernale e a suo modo spirituale, tra sesso, droga, relazioni incestuose e pulsioni autodistruttive, il disagio e la fragilità dei singoli svela in realtà la condizione di un’inganno collettivo, non solo esistenziale ma anche sociale.

 


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