LA MONOTONIA DEL QUOTIDIANO: CONVERSAZIONE CON LUCIA LEUCI

Antonella Marino

TESTO

IMMAGINI

Frammenti di un quotidiano globalizzato, oggetti poveri e banali assemblati mettendo in relazione la propria intimità con le dinamiche sociali, caratterizzano la ricerca recente di Lucia Leuci, artista originaria di Bisceglie ma residente a Milano. Così provengono da un mercatino dell'usato i portaposate vintage, decorati con pennellate veloci e tatuaggi temporanei, che danno letteralmente corpo alle due sagome femminili: braccia e gambe filiformi in ferro battuto e busta della spesa in mano, sulla parete di un condominio barese per la mostra da "63rd-77th STEPS - Art Project Staircase. Rimandano alla scenetta di due donne che s'incontrano al mercato o per le scale; immagine ordinaria specie al Sud, che calza a pennello con il contesto domestico in cui s'inserisce. Dai bazar cinesi molto diffusi nel quartiere (il popolare Libertà) vengono anche i decori impressi sugli scalini, effimeri adesivi con un lezioso interno casalingo Mentre si legano strettamente al suo vissuto le altre tracce sparse, il ritratto di una teen-ager fatto di elementi personali inglobati nella resina e un muffin sbocconcellato durante l'allestimento.

Il filtro della propria esperienza è forse il filo conduttore di una ricerca che dall'iniziale ridefinizione di un'identità femminile indagata col mezzo fotografico, è approdata più di recente ad uno sguardo critico sulle contraddizioni di una realtà multietnica, e sui processi di standardizzazione degli stili di vita prodotti dalle multinazionali low cost o da quel mondo sommerso costituito delle comunità di immigrati e dalla loro rete commerciale che ha colonizzato le grandi città.

La poetica dell'oggetto, che Lucia Leuci preleva evitando con pudore di aggiungerne all'esistente altri, si traduce così nell'aderenza ad "una bellezza precaria e transitoria". In sintonia generazionale con un’estetica che predilige appunto l'antimonumentale e l'aleatorio e che insinua scarti di pensiero nella ricombinazione formale dell'esistente, generando nuove letture, visioni, interconnessioni...

Dopo un lungo periodo di assenza, negli ultimi mesi sei tornata ad esporre a Bari: a febbraio nella collettiva alla Sala Murat "Display - Mediating Landscape"; ora con un intervento nel progetto condominiale gestito da Fabio Santacroce. Qui hai operato confrontandoti con la specificità del luogo: qual è l'idea di fondo di questo lavoro?

Esporre in un dato contesto è inevitabilmente un termine di relazione e confronto. Il quartiere Libertà è uno dei cuori pulsanti della città, un luogo effervescente dove molte situazioni si estremizzano, caricandosi di verità esistenziali che vanno ben oltre il concetto riduttivo del rione popolare.

Anche in quest'ultimo progetto da "63rd-77th STEPS" ho voluto riflettere su un modello di identità collettiva non più definita, dove i livelli sociali si annullano adeguandosi alle circostanze.

Vi sono gli oggetti semplicemente proposti allo spettatore, non artefatti, per non aggiungere nulla alla realtà del contesto popolare. Lo scarto concettuale è breve, in quanto somma di questi elementi, divenuti attributi, sostanza dei personaggi: due donne rientrate a casa dopo aver fatto acquisti al mercato rionale.

Ho applicato, sui due vassoi che danno corpo alle sculture a parete, dei tatuaggi removibili, decori temporanei che esulano dal concetto stesso di tatuaggio inteso come tale: non più segno indelebile, ma caratterizzazione effimera del quotidiano. Per il lavoro inserito sui gradini dello spazio di progetto invece, ho utilizzato una serie di adesivi che idealmente sono disposti all'interno del perimetro di uno zerbino. Presto saranno calpestati, si rovineranno, svaniranno nel tempo, deturpandosi.

In questi passaggi credo possa essere letta anche una riflessione sulla caducità estetica, di cui a mio parere l'estremizzazione di alcune donne a passeggio per via Manzoni è un esempio perfetto, irraggiungibile dall'arte.

La mostra è accompagnata da un testo critico-poetico del curatore americano Alex Ross...

Nel testo di Alex Ross emerge uno sguardo disincantato sulla monotonia del quotidiano, la minuzia delle cose domestiche, svogliatamente compiute in un ciclo costante, sempre uguale a se stesso. La distanza vitale, molto poetica, in cui sono idealmente protagoniste due donne che si incontrano lungo una scala, ne è il risultato.

A cosa fa riferimento il titolo un pò spiazzante di questo intervento, "My heart's with you"?

"My heart's with you" è una breve frase, incisiva e sintetica, che accompagna la grafica con motivo a piume di una delle tante confezioni di temporary tattoos acquistabili nei negozi cinesi in viale Sarpi a Milano, così come in via Manzoni a Bari.

Simbolicamente la piuma rappresenta la purezza dell'anima e la leggerezza del cielo, ma anche il cuore coraggioso di chi la eleva ad emblema del proprio status sentimentale. Un'idea omologante e quindi di appiattimento culturale del pensiero asceso.

Attraverso la confezione dei tatuaggi prodotti in serie trapela l'ottimismo romantico dell'Oriente che ammicca al mercato occidentale.

Molto è cambiato nei temi e nelle modalità espressive rispetto ai set fotografici al femminile che hanno caratterizzato i tuoi inizi. In che modo ritieni sia mutato il tuo approccio di fare arte, e come ha influito su questo passaggio la scelta di vivere a Milano?

Anni fa, terminati gli studi accademici, mi sono dedicata alla ricerca degli elementi distintivi che caratterizzavano tutto quello che riguardava il sottobosco del sociale e l'ho fatto attraverso la fotografia. Molti notavano una componente decisamente femminile, io, tuttavia, cercavo solo di svolgere un'analisi sociologica su tutto quello che pur essendo fortemente presente e reale, non veniva espresso in superficie. Questa ricerca oggi è rivolta alla società tutta, in particolar modo sono interessata alle dinamiche che caratterizzano i comportamenti dei teen-ager e alla precarietà esistenziale degli immigrati di seconda generazione: immagini di esistenze umili, che si incrociano tutti i giorni per le vie delle nostre città.

Ancora una volta mi è stato fatto notare come l'universo femmineo, in questi lavori scultorei, sia vivo e percepibile.

Il mio personale sentire si è dunque proiettato su altre tematiche ed è in continuo evolversi.

Milano mi appartiene nella misura in cui mi coinvolgono emotivamente le grandi città e la vita che le persone conducono in esse. Tornando a Bari dopo anni, rimango affascinata, oggi come allora, dall'entusiasmo della gente e dalla varietà delle loro vite.

Ultimamente sei tornata ad esporre in Puglia. Hai notato cambiamenti nel sistema artistico locale? Come valuti esperienze fresche di associazioni come Vessel o Ramdom?

Ho avuto occasione di prendere parte sia al gruppo di lavoro e all'archivio a cura del progetto Vessel che a "Default 11", un masterclass in residence svolto a Lecce e promosso dall'associazione Ramdom; esperienze che si sono felicemente affermate sul territorio con un programma formativo di valenza internazionale. La Puglia è sempre stata assecondata da un pubblico crescente: entrambe le realtà, infatti, sono testimonianze molto chiare in tal senso. Rispetto al passato, la crisi economica ha ovunque frenato l'erogazione dei fondi e di conseguenza lo svolgimento delle attività artistico-culturali, limitandone le iniziative. Nella nostra regione sembra sia successo esattamente il contrario: si è intuito come oggi la promozione e valorizzazione culturale sia un vettore trainante per tutto il territorio, qualcosa di molto più ampio della mera proposta del paesaggio. Il mio giudizio, pertanto, è di grande positività ed auspicio affinché queste forme di collaborazione e produzione artistica proseguano nel tempo strutturandosi e consolidandosi ulteriormente.

Quali sono i tuoi prossimi programmi?

A breve esporrò i miei lavori in una collettiva presso Nicelle Beauchene Gallery a New York: è un progetto interessante che prende spunto dalla letteratura. Le opere verranno gestite come attributi di un corpo concettuale comune. Infine sto lavorando ad una nuova serie di sculture per un progetto nel 2015, aspetto tuttavia ancora qualche mese prima di annunciarlo.

http://www.63rd77thsteps.com/myheartswithyoulucialeuci.html

http://www.63rd77thsteps.com/LUCIALEUCImyheartswithyou.html

 

http://www.lucialeuci.it/


torna su

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.