SALE E NEVE: BIRGET & BERGSTROM ALLE SALINE DI MARGHERITA DI SAVOIA DI ANTONELLA MARINO

Antonella Marino

TESTO

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Le montagne di sale di Margherita di Savoia come gli accumuli di neve della nordica Svezia. Non è una provocazione, ma un’associazione immaginifica scattata nella mente doppia di Birget & Bergstrom, talentuoso binomio artistico svedese che ha appena trascorso una settimana di residenza in Puglia: nuova tappa di una serie di scambi creativi con l’Europa promossi dal progetto “Watershed. Instramoenia Extrart”, che ha già visto i volti fotografici della barese di origini argentine  Guillerrmina De Gennaro galleggiare in un canale di Rotterdam e vedrà presto il salentino Luigi Presicce spostarsi a sua volta in residenza a Gotland, sul Mar Baltico. Per la rassegna curata da Giusy Caroppo col sostegno della Regione e della Comunità europea i due artisti, affermati a livello internazionale, produrranno in primavera un nuovo lavoro, pensato a e per Margherita di Savoia ma dislocato probabilmente in un’ altra location, tra Barletta, Molfetta o Bari.

Qualcosa trapela comunque già di questo intervento pugliese, che sembra in linea con una ricerca da sempre attenta ai fenomeni atmosferici e all’esigenza ( o ossessione?) dell’uomo moderno di intervenire su di essi e sul clima. Lo sguardo di Birget & Bergstrom s’insinua nel discorso scientifico, nelle sue aspirazioni e nei suoi margini di incertezza, e ne affronta i temi in modo sempre rigoroso ma con un’ ottica più visionaria, collaborando anche con veri scienziati. Tra arte e scienza si colloca ad esempio il progetto su cui da qualche tempo sono impegnati, la creazione di una macchina capace di prevenire uragani o tempeste.

Si spiega meglio cosi’ perché i nostri autori siano stati tanto coinvolti dallo studio delle saline, caratterizzate da una particolare concentrazione di acqua e sale, elementi chimici “legati alla vita ma anche alla morte”, come tengono a puntualizzare. La loro riflessione si lega infatti anche alla “misteriosa” capacità di queste sostanze di condizionare la nostra  esistenza.

 A Margherita di Savoia d’altra parte, come si diceva, Mats (Bigert) e Lars (Bergström)  hanno scoperto degli angoli che ricordano alcuni aspetti della loro terra. Non solo sul piano visivo, con la dimensione abbacinante del bianco che accomuna neve e sale. Ma anche per un curioso gioco di rimandi possibili: il sale è usato, ad esempio, proprio per far sciogliere la neve sulle strade. Queste suggestioni, compreso l’uso terapeutico di sale e argilla nelle terme vicine alle saline, sono state analizzate e documentate con foto e riprese video (rese possibili grazie aIIa disponibilità di ATISALE). “L’idea “, spiegano loro stessi, “è di restituire l’intero processo conoscitivo realizzando una grande struttura plastica su cui montare una stratificazione dei paesaggi conosciuti, dalla salina all’oceano, con una tecnica particolare di stampa su multistrato trasparente che crei una sorta di effetto “diorama”. Punto di partenza è l’immagine di un cristallo di sale, messa in relazione con la molecola dell’acqua marina. Di qui la costruzione di una struttura molecolare, spesso usata nelle opere  recenti, composta da globi che ci offrono un’ immagine a 360°. E’ una tecnica innovativa di fotografia in 3D che permette di tirare fuori aspetti inediti dal reale e aiuta a vedere le cose da altri punti di vista. Il fine di questo lavoro come di tutta la loro produzione, è pero’ principalmente quello di “attirare una riflessione su temi più ampi, come i cambiamenti del clima ( in questo caso indagando anche sui rapporti tra siccità ed evaporazione dell’acqua) o il riscaldamento globale. Tematiche ecologiche di cui, avvertono Birget & Bergstrom, “purtroppo si parla troppo, mentre bisognerebbe attivarsi per trovare soluzioni”. E in  questa direzione, ne sono convinti, la diversità di sguardo degli artisti puo’ fare la differenza, aprendo nuove prospettive anche alla scienza…


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