12.07.2011

Programma di residenza per artisti internazionali a Milano

TESTO

IMMAGINI

Memories and Encounters VIR Open Day: Fausto Falchi, Hannah Heilmann 
inaugurazione: martedì 12 luglio 2011, ore 18.30 
sede: VIR Viafarini-in-residence, via Carlo Farini 35, Milano
 
Nell’ambito di Memories and Encounters presso VIR Viafarini-in-residence, sono in residenza a Milano da maggio a luglio gli artisti Fausto Falchi, nominato da Anna Daneri, e Hannah Heilmann, artista danese invitata a sviluppare il progetto The Shower con il coinvolgimento di un gruppo di uomini per indagare il concetto di mascolinità a Milano e in Italia.
 
Fausto Falchi, L. I. (Lavoro Illegale)
Se costruire narrazioni è inscenare una fiction, ciò che sappiamo e ciò che raccontiamo è necessariamente una delle possibili ricostruzioni di eventi: Lavoro Illegale spinge a una riflessione su una storia incerta i cui elementi rimossi e occultati emergono come un rigurgito nella contemporaneità.
Frutto di un oscuro ritrovamento avvenuto in quella che oggi è un’area deindustrializzata della periferia milanese, in passato area di lotte operaie e terreno di frontiera per le teorie politiche, la macchina che distribuisce proiettili da indirizzare al carnefice di turno ci sottopone un dubbio cruciale: i primi distributori automatici introdotti dalla Coca Cola, grazie ai quali l’allora nascente massa dei consumatori era spinta verso nuovi stili di vita e inediti modelli di consumo, conobbero usi e riusi.
L’estetica della macchina pretende un corto circuito, rivela una trama nascosta nella finzione storica inserendosi nella narrazione come elemento fuorviante, almeno quanto le manipolazioni che le forze eversive, questa volta di matrice statale, operarono entro i movimenti di lotta nel corso degli anni settanta. 
Distribuire proiettili come lattine, tutto questo non fa alcuna differenza. A chi tocca il lavoro sporco? [Pasquale Nunziata]
 
 
Hannah Heilmann, The Shower 
Ho chiesto agli uomini, attraverso un open call, di unirsi a me nella realizzazione performativa di un manifesto dello sguardo femminile, posando per me, via skype, mentre si facevano una doccia.
The Shower è un bagno, uno spettacolo e una battaglia. Il progetto nasce come reazione all'immaginario sessualizzato mainstream, al suo stretto rapporto con il consumismo, e alla folle e ostinata enfasi sullo sguardo maschile. Noi tutti siamo cresciuti in un mondo che ci ha circondato di immagini di donne sexy. Tutte queste immagini rappresentano supposizioni sulla nostra sessualità e, aggiungendo offesa al trauma, hanno collegato indebitamente sessualità e consumo. Oh! Il folklore ormonale del capitalismo! Il mio cervello si sente così sporco e i miei occhi tanto stanchi. The Shower è un tentativo di innescare un’inversione dell'energia, che la faccia circolare orizzontalmente, dal momento che il soggetto e l'oggetto si sono un po' confusi nel cono d'ombra della cultura pop.
La webcam rappresenta una “camera oscura dei giorni nostri”, uno strumento per rendere pittoresco ciò che è mascolino: la persona in onda, volente o nolente, si mette inevitabilmente in posa mostrando il suo lato migliore; la grana approssimativa delle foto, offusca misericordiosamente i difetti, ma fa emergere le forme e la sottile definizione dei muscoli, come fosse vaselina sulla lente. Allo stesso tempo le sessioni di scatti si sono trasformate in un processo democratico che, per quanto da me diretto, non mi ha permesso che di catturare ciò che i modelli nella doccia avevano deciso di mostrarmi.
 


torna su