L'opera in mostra al Margherita
Nasce dall’esigenza di “abitare lo spazio” e cogliere l’opportunità di farlo proprio, l’idea di Nico Angiuli di trasferire all’interno del Teatro Margherita il suo atelier. Introdotto da uno scenografico sipario, lo spaccato ci introduce alla visione del processo di creazione, con alcune sculture appena ultimate. Le opere sono state in realtà pensate da un artista geniale e sfortunato, Pino Pascali. Sono cioè la messa in forma di progetti mai realizzati dall’autore prematuramente scomparso nel ’68, annotati su un suo taccuino autografo.
Da qualche tempo coinvolto in un complesso progetto di ricerca sulla virtuale reincarnazione di Pascali, come lui di origini pugliesi. Angiuli fa dunque “rivivere” questi lavori, presentando una tappa del suo pascaliano work in progress. Che si arricchisce qui di un ulteriore gioco di rimandi grazie al dialogo con la gigantesca installazione collocata nella vicina ex platea da Jannis Kounellis, protagonista insieme a Pascali del fervido clima creativo degli anni sessanta.