Tomaso De Luca

TESTO

IMMAGINI

BIOGRAFIA

L'opera in mostra al Margherita

Il lavoro prende spunto dalla leggenda della colonna di San Nicola, reliquia custodita nella cripta della basilica al centro di Bari. Si racconta che la colonna di breccia rossa provenga dalla demolizione di un palazzo nobile romano e che, gettata nel Tevere, nonostante il suo peso, miracolosamente galleggiasse. Recuperata perché ritenuta miracolosa,  viene portata a Bari e adagiata in orizzontale, nel basamento della chiesa di San Nicola, durante i lavori di costruzione viene rinvenuta una mattina per incanto in verticale, quasi a voler sostenere le fondamenta dell’edificio. Per De Luca, allora, la colonna rappresenta sia una forma di architettura semovente, una sfida alle leggi della statica, che un’esistenza “inutile”, perché nulla regge. In Floating ha pertanto voluto sovrapporre due forme di “affetto per la pietra”: oltre alla liturgia che avvolge la colonna di San Nicola, il rituale “pagano” che avviene all’interno delle mura di Bari vecchia: la pulizia delle cianche.
Questi due oggetti/avvenimenti sono sintetizzandosi nella riproduzione in scala reale, in cemento, polvere di marmo ed ossido di ferro, della colonna di San Nicola, distesa in orizzontale su un basamento realizzato in sapone. Per trenta giorni, dilazionati nei due mesi di esposizione, una delle donne di Bari vecchia verrà all’interno del Teatro Margherita portando con sé un secchio d’acqua e “pulirà”, come vengono pulite le chianche, l’installazione. Il sapone, sciogliendosi, farà sì che la scultura lentamente si muova e cambi il suo stato iniziale: che galleggi, in un certo senso, come la colonna fece sul Tevere.


torna su